sabato 26 aprile 2008

Il 25 Aprile

Un giorno per ricordare. Un giorno per pensare, riflettere. Un giorno per guardare al futuro. Quel futuro che noi più di tutti dobbiamo costruire. Quel futuro che dobbiamo sentire nostro. Sono trascorsi 63 anni da quel 25 APRILE del 1945. Giorno di gioie, giorno in cui le truppe naziste furono finalmente allontanate dalla nostra Italia, in cui il fascismo fu finalmente sconfitto. Dopo 63 anni con questo articolo voglio ricordare tutte quelle persone che hanno dato ( o rischiato ) la loro vita per donarci la libertà, per darci la possibilità di esprimere liberamente le nostre idee, per rendere possibile il dissenso, per avere un’ informazione credibile e indipendente, per affermare i diritti inviolabili della persona umana, per consentire la scelta democratica dei governanti. Il 25 APRILE vinsero i movimenti di liberazione, vinse la resistenza; più di tutti vinse l’ ITALIA UNITA, L’ ITALIA LIBERATA. Gli sconfitti furono i totalitarismi che avevano distrutto il nostro paese. Sconfitto fu il fascismo che aveva diviso l’ Italia; sconfitta fu L’TALIA DIVISA, L’ ITALIA DERUBATA E COLPITA AL CUORE, L’ ITALIA PRESA A TRADIMENTO. Troppe volte oggi si tenta di far dimenticare che prima del 25 APRILE 1945 tanti diritti, che oggi sono diventati quasi assodati, non erano garantiti. 63 anni fa vinse la libertà. Vinsero gli uomini che, pochi anni dopo, contribuirono a scrivere la Costituzione della Repubblica Italiana. Vinsero gli uomini grazie ai quali oggi possiamo dire:
1- “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’ uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’ adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale (ART 2 COST.) ;
2- “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, e di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali […] (ART 3 COST.) ;
3- “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione […] (ART 21 COST.) ;
4- “Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome (ART 22 COST.) ;
Gli articoli citati, e tanti altri, sono scritti col sangue di chi si è battuto per la libertà, per l’unità del nostro paese, per la pari dignità sociale. Quando si parla, o si sente palare di diritti, di dignità, di garanzie, di libertà il pensiero deve andare a quelle persone che hanno lottato per garantirli a tutti e i gesti devono imitarli.
“Viva l’ Italia
l’ Italia liberata […]
viva l’ Italia
presa a tradimento […]
l’ Italia tutta intera
viva l’ Italia
l’Italia che resiste”. (F. De Gregori)

lunedì 21 aprile 2008

Protagonismo giovanile e partecipazione attiva

La Regione Abruzzo - Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura ha diffuso l'avviso pubblico "Protagonismo giovanile e partecipazione attiva" (BURA n.1 ord. del 4.1.2008), con scadenza 30 aprile 2008. La Regione si propone di assegnare le risorse del Fondo per le Politiche Giovanili attribuite per il 2007 dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive per rendere protagonisti i giovani abruzzesi. I giovani appartenenti alla fascia di età compresa tra i 15 ed i 29 anni possono proporre le proprie idee ed i propri progetti ad Associazioni che operano a favore dei giovani ed Enti pubblici per la realizzazione e la gestione di interventi innovativi volti a valorizzare la partecipazione e il protagonismo giovanile. I progetti dovranno essere trasmessi alla Regione Abruzzo entro il 30 aprile 2008.

Per maggiori info:
http://osr.regione.abruzzo.it/do/index?docid=4840

mercoledì 16 aprile 2008

E ora vietato demordere

Siamo nel giorno dei bilanci, delle conclusioni, delle somme. Bene. Le elezioni politiche non sono state il successo sperato.Nonsiamo riusciti ad evitare che Berlusconi tornasse al governo. Lasciatemi dire che è doveroso fare gli auguri allo schieramento a noi avverso. E' anche doveroso, però, continuare a lavorare per far crescere il Partito Democratico. La politica è fatta di tante battaglie; perdere deve essere solo lo stimolo per fare meglio. Per noi far meglio vuol dire avvicinare i giovani alle istituzioni e le istituzioni ai giovani. Possiamo farcela. Facciamolo insieme, noi e tutti quelli che vorranno aiutarci.
Gianluca Cervale

Arrivederci e grazie!

Berlusconi per altri 5 anni. Per questo vorrei ringraziare:
Quelli che votano alla leggera, influenzati dalla TV, senza informarsi approfonditamente ed in modo attivo, usando internet;
Quelli che votano secondo convenienze personali, che da classici italiani pensano solo a se stessi, che magari se vince berlusca possono evadere di più, e non si rendono conto che se ognuno pensa ai propri interessi non troveranno molta convenienza in un Paese che va a rotoli e si spacca (prima delle elezioni un mio amico libero professionista mi diceva: "io voto Berlusconi perché con lui posso fregà meglio");
Quelli che votano per corporativismo, perché credono di essere avvantaggiati se vince la coalizione che appoggia la loro categoria (e al diavolo tutti gli altri!);
Quelli che votano per conoscenze personali, al di là di ogni ideologia (l’Autonomia del Sud a L’Aquila ha avuto un successo spropositato perché appoggiata da De Matteis: classica storia dei tizi che vanno da destra a sinistra ma prendono sempre gli stessi voti);
Quelli che non votano, che non difendono ciò in cui credono perché non credono in nessuno, primi responsabili del ritorno dell’immortale;
Quelli che si sono limitati a votare PD, senza fare altro: se tutti i sostenitori di Veltroni si fossero attivati con entusiasmo per contaggiare il prossimo con l’idea innovativa che il PD rappresentava, le cose sarebbero andate diversamente (ma molti amici avevano esami da preparare, la partita da vedere, l’aperitivo da non perdere…tutto sempre più importante dell’impegno sociale);
Quelli che sono la maggioranza in questo Paese, che hanno preso una decisione netta, la stessa decisione presa nel 1994 e nel 2001.
Tutti quelli voglio ringraziare perché, fatto il mio dovere, mi sento più libero adesso che spetta a loro la responsabilità di ciò che accadrà all’Italia.

PS: ecco cosa mi ha scritto un amico scozzese: “I cannot believe that Italy elected Berlusconi!! Again!!! What is wrong with Italy haha”

domenica 6 aprile 2008

Il 9 Aprile

I giovani sono il futuro, sono una speranza, libertà, fantasia, semplicità.
Ma spesso i giovani d’oggi sono anche paura, insoddisfazione, sottomissione, sfiducia.
E c’è chi pensa che siano una quiet generation, che la verità è che a molti ragazzi lavorare non piace, che sanno solo oziare e lamentarsi.
Non permettiamolo!

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. […]
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicita'.
Pablo Neruda

Noi vogliamo essere vivi. Vogliamo cambiare quello che non ci piace, cercando di non limitarci alla semplice critica. Vogliamo essere capaci di rischiare per un ideale, per un valore. Vogliamo poter essere liberi di scegliere, di agire, e di riconoscere i nostri errori. Vogliamo crescere consapevoli della nostra integrità morale, disconoscendo compromessi e furberie. Vogliamo andare fieri dei nostri meriti ed assumerci le responsabilità dei nostri demeriti.
Se anche tu lo vuoi.
IL 9 APRILE STAI CON NOI, e decidi di aiutarci.

GRAN HOTEL, CORSO FEDERICO II (VILLA COMUNALE),
MERCOLEDI’ 9 APRILE 17:30

GIOVANI DEL PARTITO DEMOCRATICO (AQ)

mercoledì 2 aprile 2008

Una legge per tutto

"Nel mare magnum delle leggi è facile trovare qualche onda compiacente che porti alla riva anche il naufrago reo, o, peggio, che faccia naufragare l'innocente". Voglio iniziare questo mio discorso citando una famosa frase scritta qualche anno fa, precisamente nel 1942, dal filosofo F. Lopez de Onate. Non c'è detto più adatto per rappresentare quello che potrebbe accadere se ci si confrontrasse col mare magnum di leggi, decreti legge, decreti legislativi, regolamenti, norme comunitarie, referendum, sentenze normative della Corte Costituizonale che costituiscono attualmente l'ordinamento giuridico italiano. Sono in molti a pensare che l'unico modo utile per garantire il rispetto dei diritti dei più deboli sia legiferare. Io non credo sia così. Credo che sia esattamente il contrario. Quando le leggi diventano troppe, troppo prolisse, troppo complicate, sono proprio i soggetti più deboli a rischiare di subire il danno più evidente. Le leggi, quando sono troppe e poco chiare, possono contraddirsi. I diritti che le leggi garantiscono, di seguito, possono elidersi a vicenda, negarsi l'un l'altro, svuotarsi di contenuti precettivi. In questa situazione è chi può permettersi l'avvocato più bravo, quello più esperto, e che quindi costa di più, ad avere possibilità di aggirare la legge e, quindi, di potersi permettere di violarla senza incorrere nelle sanzioni previste. Diceva il Manzoni: "Le grida son tante! E il dottore non è un' oca: qualcosa che faccia al caso mio saprà trovare". Le conseguenze dell' ipertrofia legislativa sono anche altre. Si produce infatti uno svuotamento dei poteri delle assemblee rappresentative ( quando le leggi sono troppe, spesso diventano incomprensibili, autorizzando gli operatori del diritto a interpretazioni troppo libere;il legislatore diventa di fatto il giudice e non più l'assemblea). Entra in crisi il concetto di certezza del diritto (non si ha più consapevolezza del proibito e del consentito). Per tutti questi motivi credo che la proposta che sta portando avanti Walter Veltroni, di ridurre il numero di leggi che hanno cittadinanza nell' ordinamento giuridico italiano (io aggiungerei il tentativo di rendere le leggi meno cavillose e più comprensibili), sia importante. Cominciamo a capire che il motto non deve essere: UNA LEGGE PER TUTTO. Credo che in un paese in cui c'è stato bisogno di stabilire per legge, art. 22 del regolamento di polizia mortuaria (decreto presidenziale n. 285/1990), che il Sindaco ha tra i suoi poteri quello di stabilire "le modalità per la sosta dei cadaveri in transito" comprendere che NON SERVE SEMPRE UNA LEGGE sia fondamentale. Sarebbe bello se questa considerazione diventasse bipartisan.

Gianluca Cervale

martedì 1 aprile 2008

Uguali e Diversi

Siamo nel 2008. L' Unione Europea sta diventanto sempre più una unione di popoli caratterizzata da fini socio-culturali oltre che economici. Il nostro paese e, di seguito, la nostra regione e la nostra città si trovano coinvolti in un processo di integrazione sempre più ampio, che con il tempo si apre alle culture più varie e trascende i confini dell' occidente. Siamo di fronte ad una scelta. Prender parte a questo processo di integrazione o rimanere inerti, come spettatori dell' ennesimo reality: OCCIDENTE CONTRO TUTTI. Questa mattina, guardando una delle tante trasmissioni politiche che vanno in onda in questi giorni di frenetica campagna elettorale, ho appreso con felicità che anche il governatore del Veneto Galan è intervenuto a favore di alcune proposte aventi l'obiettivo primario di favorire una reale integrazione degli immigrati presenti nel territorio della sua regione e di aiutare a cancellare il concetto che l' immigrato va tollerato(=sopportato), perchè svolge lavori utili alla nostra economia ecc. Mi sono detto: non possiamo restare a guardare. Credo che sia fondamentale dare il nostro contributo. Dobbiamo lavorare affinchè si capisca che quello che è diverso da noi e dalle nostre usanze non è necessariamente mostruoso. Dobbiamo far conoscere la nostra cultura, le nostre leggi, i nostri usi e costumi. E' molto più facile che si rispettino leggi di cui si conoscono le motivazioni. Nello stesso tempo dobbiamo aprirci alla conoscenza dell' altro, forti dei nostri principi e senza il timore di subire contaminazioni. Insomma c'è bisogno di costruire le fondamenta di un dialogo tra "diversi". Tra quei "diversi" che sono tutti uomini, uguali e pari tra loro. Che si differenziano solo per un divergente modo di vedere le cose che li circondano. Dialogando si può capire che le differenze sono colmabili. Si può capire che si può star bene insieme anche dando due interpretazioni differenti di uno stesso evento. Cominciare un discorso su temi di questa portata non è certo cosa facile e noi non abbiamo dalla nostra competenze legislative che possano facilitarci il compito. Ma non dimentichiamo di essere giovani, di essere quelli che dovrebbero non avere pregiudizi. Dimostriamo di avere voglia di conoscere e di non sentirci superiori. Come farlo? I modi sono molteplici. In un convegno organizzato ad Avezzano, in cui si discuteva di diritti umani, di tribunali internazionali ecc, erano ospiti una signora di Israele e un signore Palestinese che per me sono stati l'esempio di come integrare culture "diverse" in nome dell' uguaglianza tra gli uomini è possibile. Raccontavano come nel mezzo del conflitto israelo-palestinese fosse stata creata una comunità all'interno della quale riescono a convivere pacificamente famiglie dell'una e dell'altra etnia. Ora, l'integrazione è possdibile in luoghi dilaniati dai contrasti e non è possibile nel bel paese? Io non lo credo e spero che voi siate d'accordo con me. Organizzare una comunità in cui far convivere italiani e "stranieri" sarebbe probabilmente improbabile e privo di senso. Ma perchè non utilizzare quelle attività sociali che sono l'esempio più eclatante della parità tra ogni uomo per integrare? Termino con un esempio: lo sport. In una piscina prima di cominciare a nuotare, su un campo di atletica prima di iniziare a correre, in uno stadio prima di inziare una partita di rugby, di calcio o altro, non conta essere bianchi o neri, cristiani o musulmani, comunisti o fascisti e chi più ne ha più ne metta: conta solo ESSERE UOMINI.

Gianluca Cervale