giovedì 7 agosto 2008

O rinnovamento, o muerte

Ragazzi riporto il discorso che il nostro coordinatore comunale, Stefano Albani, ha tenuto nel corso dell'assemblea regionale del PD del 26/07 a Pescara, in un momento in cui amarezza (per il caso Del Turco) e voglia di riscatto scuotevano, come scuotono tutt’ora, il PD. Perché o si cambia o ci si estingue. Noi giovani dobbiamo essere la forza propulsiva per riportare il nostro partito in una dimensione reale, lontano dalle stanze di partito estranee alla nostra società, dove si decide a favore di chi? A ciascuno il suo, e nessun miglioramento cade dal cielo senza combattere per ottenerlo. Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti per ottenere questo rinnovamento e, se non avverrà, vuol dire che in fondo non ce lo meritiamo, per il semplice fatto che non siamo stati capaci di conquistarcelo.
"Mi presento per chi non mi conoscesse: io sono il coordinatore comunale del PDGiovani dell'Aquila e sono anche membro del comitato promotore regionale dei giovani democratici ed ho chiesto la parola oggi perchè insieme ad altri amici della giovanile abbiamo ritenuto doveroso venire qui a dire delle cose, e soprattutto che a dirle fossero i giovani di questo partito. Vengo infatti a parlare in questa assemblea in un momento di grande delusione ed amarezza per tutti quei giovani che come noi vogliono essere partecipi della politica e che con entusiasmo vi si impegnano. Delusione ed amarezza per il tornado giudiziario che ha scosso la nostra regione, delusione ed amarezza per l'immagine che gli abruzzesi si stanno facendo di questo partito. In questi giorni molti fra i miei amici e coetanei che non militano nel PD non hanno fatto altro che ripetermi 'ma ancora con questo partito stai?', 'ancora con quelli?'...Francamente non potevamo cominciare il tesseramento in un momento peggiore, perchè se fino a pochi giorni fa eravamo convinti di tesserare tot numero di persone, oggi ne tessereremmo la metà, e dovremo anche ritenerci soddisfatti di questo risultato. Eppure questo è irritante; è irritante soprattutto se pensiamo all'entusiasmo che eravamo riusciti a raccogliere in un primo momento.Noi abbiamo avuto un picco: le primarie del 14 ottobre, uno dei momenti più partecipativi della storia dei partiti. Ma dal 14 ottobre il nostro partito, anche e soprattutto in Abruzzo, ha subito un forte calo in consensi e partecipazione. Ed è da qui che dobbiamo chiederci cosa c'è che non va, perchè noi giovani non crediamo che la sfiducia verso il PD derivi dal recente arresto Del Turco, ma che questo sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dobbiamo chiederci perchè in tanti non credono più nel progetto del PD. Durante le primarie le persone hanno avuto la sensazione reale di trovarsi davanti un partito che si apriva loro totalmente, che metteva il proprio destino nelle loro mani e che diceva loro 'scegli tu'. Ed era proprio quella la parola d'ordine di quei giorni: 'scegli tu', ed in tantissimi hanno partecipato col proprio voto. E mentre per chi compilava le liste delle candidature era necessario continuare a pansare in termini di DS, SDI e Margherita, per gli elettori esistevano solo i democratici che si mettevano in gioco.La scia di entusiasmo che ha seguito le primarie è stata senza esagerare travolgente. Io stesso mi sono avvicinato al partito in quei giorni ed ho visto persone di tutte le età fare altrettanto.Noi invece non solo non siamo stati in grado di incanalare e sfruttare pienamente quell'entusiamo, ma non abbiamo neanche instaurato un dialogo diretto con tutti coloro che credevano nel progetto del PD.E mentre lo slogan di Veltroni era 'portiamo la società civile nei luoghi della decisione politica', noi abbiamo dato l'immagine di un partito di dirigenti sempre più chiuso in sè stesso, troppo attento alle beghe interne alle istituzioni e poco ai problemi reali della gente. Un partito diviso al suo interno da vecchie identità ed etichette e non unito intorno ad una nuova visione della politica.In questo modo rischiamo di diventare un partito autoreferenziale.Ma noi dobbiamo scongiurare questo rischio, dobbiamo farlo per noi e per tutti coloro che ci hanno dato fiducia. Per tutti coloro che credono davvero che con il PD si possa avere una vita migliore.Siamo ancora in tempo per salvare il partito, ma per farlo dobbiamo smettere di far finta che tutto va bene e fermarci a riflettere su quali sono stati gli errori per poi trovare le soluzioni. Per noi giovani non può esservi altra via se non quella di guardare avanti.E allora guardiamo avanti e smettiamola, e qui lancio un appello a tutti i membri del partito, di considerarci ancora divisi in correnti ed ex partiti. Qui non c'è il partito democratico dei DS, qui non c'è il partito democratico della Margherita, qui c'è il partito democratico.Questo è ciò che i nostri militanti si aspettano da noi.Dobbiamo fare gioco di squadra e finchè non l'avremo capito non saremo mai un partito e continuerà a vincere il centro destra.Adesso in questo evento giudiziario dobbiamo fare gioco di squadra e non possiamo pensare di non difendere i nostri uomini finchè questi non vengano riconosciuti colpevoli, ma allo stesso tempo in questa vicenda dobbiamo distinguere il piano giudiziario dal piano politico.Il piano giudiziario spetta ai giudici e nessuno qui può pretendere di sostituirsi alla magistratura, ma il piano politico non possiamo permetterci di lasciarlo a qualcunaltro, e sul piano politico bisogna fare due considerazioni:1- è stata decapitata una giunta regionale a due anni dalla fine del mandato2- è in atto una manovra mediatica in Abruzzo di demonizzazione del PDE' proprio l'immagine del partito che dobbiamo tutelare e per noi giovani la soluzione è una sola: il rinnovamento del partito. In questi giorni ho sentito molti esponenti del partito regionale parlare di 'tanta voglia di buona politica, di nuova politica e di rinnovamento'. Il rinnovamento deve essere REALE e deve cominciare dalla dirigenza del partito e dalle candidature alle prossime elezioni regionali. Come? Chiaramente noi vogliamo che vengano candidati molti giovani ma dato che non è una questione anagrafica, supportando e candidando tutte quelle persone che finora sono rimaste nel partito in seconda e terza linea ma che hanno brillato come amministratori locali. Questo vuol dire rinnovamento REALE e badate bene non si tratta di una questione anagrafica ma di dare un'immagine di credibilità e competenza a coloro che credono in noi.Il nostro segretario regionale Luciano D'Alfonso, le cui parole all'assemblea dei giovani di Montesilvano ho ascoltato con attenzione ed ho apprezzato molto, dovrà essere il protagonista di questo rinnovamento e renderlo concreto. Ma come ha detto lui prima, non può fare tutto da solo ma deve essere aiutato da una collegialità di persone. Noi non possiamo stare a gurdare mantre lui compie il lavoro. Ebbene Segretario se questa sarà la linea del partito noi giovani non staremo a guardare. Se davvero avvieremo questo rinnovamento noi giovani ci saremo. Grazie"
Stefano Albano