lunedì 31 marzo 2008

Voglio una donna – Vecchioni

Una canzone di Natale che le prenda la pelle

E come tetto solo un cielo di stelle;

abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo:

Che la piantasse un po' di andarsene in giro

La voglio come Biancaneve coi sette nani,

noiosa come una canzone degli "Intillimani"

Voglio una donna "donna", donna "donna" donna con la gonna, gonna gonna

Voglio una donna "donna" donna "donna" donna con la gonna gonna gonna

Prendila te quella col cervello, c

he s'innamori di te quella che fa carriera,

quella col pisello e la bandiera nera

la cantatrice calva e la barricadera

che non c'e mai la sera.....

Non dico tutte: me ne basterebbe solo una,

tanti auguri alle altre di più fortuna

Voglio una donna, mi basta che non legga Freud,

dammi una donna così che l'assicuro ai "Lloyd"

preghierina preghierina fammela trovare,

Madonnina Madonnina non mi abbandonare;

Voglio una donna "donna" donna "donna" donna con la gonna gonna gonna

Voglio una donna "donna" donna "donna" donna con la gonna gonna gonna

Prendila te la signorina Rambo c

he s'innamori di te 'sta specie di canguro

che fa l'amore a tempo

che fa la corsa all'oro

veloce come il lampo

tenera come un muro

padrona del futuro....

Prendila te quella che fa il "Leasing"

che s'innamori di te la Capitana Nemo,

quella che va al "Briefing"

perché lei è del ramo,

e viene via dal Meeting s

tronza come un uomo

sola come un uomo


Questa canzone esemplifica in maniera ottimale quello che io ho voluto esprimere sul mio post “La nostra forza. Io: donne”.
Qui troviamo contenuto anche il punto di vista di un uomo che io, invece, avevo trascurato.
Interessandoci qui di donne e politica, ho cercato di riflettere a una possibile correlazione fra le donne viste dagli uomini in generale e le donne viste dagli uomini nella politica, appunto.
Sinceramente non sono riuscita a trovare un punto di distacco significativamente interessante: una donna è sempre una donna e un uomo è sempre un uomo. E, di più, un uomo e una donna si scelgono sulla base di criteri ben definiti che vanno senz’altro al di là dell’attività politica.
Il punto risiede nel fatto che nella storia alle donne sono stati riconosciuti solo capacità e ruoli limitati alla procreazionee alla cura della prole e della famiglia. E così gli uomini continuano a vederci. Con l’emancipazione femminile si è reso necessario rivedere questo genere di posizione: abbiamo saputo eguagliare, e in molti campi superare, il genere maschile.
Ma allora perché, dopo anni di lotte per l’emancipazione e i tanti – grandi – risultati ottenuti, Roberto Vecchioni continua a volere “una donna con la gonna”?
Perché, tornando al post, “ci piace l’emancipazione femminile, vogliamo la parità, vogliamo fare carriera, vogliamo fare politica” oppure “ ci piace uscire da sole, vogliamo vedere uomini che fanno uno spogliarello tutto per noi, vogliamo aprire al fioraio che ha una consegna da fare”.
Insomma, la sostanza resta la stessa: dobbiamo prendere coscienza e fare presente a tutti che non esiste né la “donna con la gonna” né “quella col cervello”: siamo tutte tutte e due e possiamo fare qualsiasi cosa vogliamo in ogni campo, politica compresa naturalmente – con la gonna E col cervello!!!
Il mio contributo potrebbe sembrare generalista. In effetti, per ora non vuole essere altro che uno spunto di discussione alla quale io stessa cercherò di apportare dati più approfonditi per analizzare insieme a chiunque vorrà la situazione del ruolo della donna nella politica sulla scena italiana attuale.

Lisa

mercoledì 26 marzo 2008

La nostra forza. Io: donne!

In occasione della festa della donna – l’8 marzo, in effetti forse è un po’ tardi, ma la sostanza non cambia – ho raccolto un po’ di idee sulla situazione attuale della donna. Sono arrivata alla conclusione che una donna non è solo UNA donna ma che, come essere umano, racchiude in sé TANTE donne o meglio, non ha un solo modo di essere ma diversi modi per esprimere il suo essere ed esserci. Quello che conta è prendere coscienza di tutto ciò e manifestarsi per quello che si è in ciascuna circostanza nella quale si opera.
Io sono una giovane donna impegnata su vari fronti: sociale, professionale, di studio, familiare ma non rinuncio alla mia parte di donna femminile e, di tanto in tanto, anche disimpegnata, forse anche un po’ frivola.
Ho avuto modo di verificare che da qualche anno, e forse dagli ultimi 100 – volendo esagerare! – sono cambiate ben poche cose nella giornata dell’8 marzo.
Questa data continua ad essere:
- cortei per la rivendicazione dei diritti, di donne colte, intelligenti, in carriera professionale e/o politica;
- serata goliardica con tanto di spogliarello maschile, di donne dai più considerate frivole, e, addirittura ho sentito dire, e non solo dagli uomini, prive di capacità intellettive;
- “una giornata come un’altra”, di donne che non hanno tempo o non possono festeggiare e/o rifiutano a vario titolo questa ricorrenza.
Si constata, dunque, la contrapposizione di questi generi di donne che scelgono modi così diversi per “essere donne”. E scelgono di farlo in questa data ogni 365 giorni più o meno.
L’idea che le donne “scelgono come essere donne” è il simbolo che siamo anche noi esseri pensanti! E già questo mi induce a pensare che l’8 marzo è una data “utile”!
Ci piace l’emancipazione femminile, vogliamo la parità, vogliamo fare carriera, vogliamo fare politica. La festa della donna rappresenta tutto questo ma perché tante di noi vogliono che sia solo questo?
Ci piace uscire da sole, vogliamo vedere uomini che fanno uno spogliarello tutto per noi, vogliamo aprire al fioraio che ha una consegna da fare: un grande fascio di rose rosse e mimosa da parte del nostro uomo – padre, marito, amante, fidanzato, compagno convivente (e aggiungo: magari arrivassero 5 fiorai!).
Io voglio tutto questo, è grave?
Conosco benissimo la storia della tanto discussa festa della donna (anche se alcuni ritengono che sia solo leggenda) quindi quello che dovrei dire è che nascendo come commemorazione non dovremmo festeggiare ma piuttosto “usarla” un po’ come una sorta di giornata della memoria e un po’ come un modo per manifestare le nostre capacità intellettive, dando seguito a quanto ne discende.
Pur essendone convinta, non posso non chiedermi: “Perché dobbiamo condannare quelle donne e ragazze che per una sera, quella dell’8 marzo, si concedono qualche “ innocente trasgressione” o, più semplicemente, “fuga dalla quotidianità” ?!”
Ormai la festa della donna, come tutte, è stata commercializzata. Potrei sembrare superficiale, ma l’unico modo che ci resta per essere alla pari sul serio è goderci la festa della donna come più ci fa piacere! In fondo le 129 donne morte nell’incendio alla fabbrica dove erano state chiuse per essersi ribellate al sistema, non sarebbero fiere di noi che combattiamo ma intanto gioiamo anche!? Ognuna di noi ha la sua personalità e la sua femminilità, manifestiamole tutte, senza pregiudizi, preconcetti e la necessità sempre di dover combattere per dimostrare e chiedere – in fondo la parità sarà quando anche gli uomini avranno la loro festa e non ci sarà bisogno di combattere!!!
L’eredità delle 129 dovrebbe essere la festa per i risultati ottenuti impegnandoci quotidianamente e poter liberamente festeggiare nella maniera in cui più ci fa piacere.
Lisa

martedì 25 marzo 2008

Ecco il nostro gruppo

Ciao ragazzi!
Ho creato un gruppo che potremo usare come mailing list, avviare discussioni a tema, fissare riunioni, scambiarci file, e altre tante altre cose che lascio scoprire a voi (anche perchè non saprei!).
Ho mandato un'email di invito a tutti quelli che mi avevano dato il loro indirizzo. Se accettate l'invito diventate membri del gruppo. Se siete membri del gruppo potete utilizzarlo, per esempio per scrivere messaggi a tutti gli altri membri.
Se non vi è arrivato l'invito e volete diventare membri scrivetemi una mail (ranieri.luigi@gmail.com) con specificato il vostro nome e cognome.
Tutti i membri possono a loro volta invitare altra gente andando all'indirizzo che segue e cliccando su "+ Invita i Membri".

L'indirizzodel gruppo è:

http://groups.google.it/group/pdgiovanilaquila?hl=it&lnk=gcimh

lunedì 17 marzo 2008

La TV in Italia: un palinsesto a reti unificate

Analogico, digitale terrestre, digitale satellitare, web-tv, dvb-h (la tv sul cellulare per intenderci) e chi più ne ha più ne metta. Al di là di tutti questi nomi altisonanti, il grosso del sistema televisivo italiano, almeno in termini di ascolto e di introiti pubblicitari, è in mano a due soli soggetti, Rai e Mediaset. Lo stato di duopolio di fatto è stato cristallizzato dalla legge Gasparri, grazie alla quale, i due operatori si sono aggiudicati la gran parte degli spazi resisi disponibili grazie alle moderne tecniche di trasmissione, come il digitale terrestre. Purtroppo la politica, invece di riflettere sul modo di rendere accessibile il nuovo mezzo, ha ritenuto opportuno perseguire, spesso in modo demagogico, il trasferimento di questa o quella rete sul satellite. La tecnologia digitale consente di moltiplicare i canali televisivi tradizionali; forse prima di ipotizzare di trasferire una delle vecchie reti sul satellite, si sarebbe potuto, più verosimilmente, pensare alla liberalizzazione degli spazi nuovi che si sono creati. Mi spiego: se da un canale analogico ne nascono, con le stesse frequenze, 3-4-5 digitali, non sarebbe più logico, stabilire che alcuni di questi nuovi canali vadano a nuovi editori, piuttosto che mandare in soffitta il vecchio canale?
Ma veniamo al vero gigante malato della televisione, la Rai. Per decenni è stata vittima di logiche spartitorie da parte dei partiti della Vecchia e Nuova Repubblica. Verrebbe da dire che è questo il motivo per cui ci sono così pochi giovani che lavorano in Rai o che guardano la Rai. D’altronde vista la vetustà della classe politica, come può essere vicino ai giovani uno dei suoi principali bottini elettorali?
In un tale clima sembra quasi scontata la mancanza di pluralismo e di qualità dei contenuti. Ma per quanto questi siano carenti la soluzione “leggete un buon libro” sembra un modo di eludere il problema. La verità è che i contenuti dei programmi e i programmi stessi sono talvolta molto discutibili, ma forse la soluzione non è chiudere gli occhi, quanto imparare a osservare con coscienza critica.
In conclusione sebbene lo scarso livello dei contenuti sia un problema anche culturale, l’avere una televisione pubblica libera dai partiti e libera di concorrere sul mercato, e un sistema più accessibile a nuovi soggetti, può senz’altro facilitare la libera espressione e divulgazione delle opinioni.

Alessandro Marinucci

venerdì 7 marzo 2008

L'idea di giovanile

Ora che il nostro gruppo si è dato una struttura, credo che sia il momento di costruirne un carattere, farci un’idea di quali sono i punti di vista che ognuno di noi ha di quello che dovrebbe essere il nostro movimento, definire le linee guida che vogliamo seguire. Solo in seguito, potremo pensare ad un’attività concreta, ad iniziative sul territorio, alla realizzazione dei nostri progetti.
Come dire, serve prima una mente fresca, poi che questa si chiarisca le idee ed inizi a ragionare, ed infine che operi in base a quanto deciso.
Personalmente credo ad una giovanile non distaccata dal “partito degli adulti”, ma parte integrante che possa giocare un ruolo chiave in tutte le questioni che la riguardano. Ma le questioni che la riguardano sono tutti i temi che possono essere oggetto di discussioni politiche. Ai giovani non interessa solo la “politica giovanile” in senso stretto, come può essere l’orario di chiusura notturno dei pub, o la messa a disposizione di spazi per i concerti, o la politica scolastica o studentesca, ma deve arrivare a comprendere anche la costruzione di una strada, per esempio. E perché? Una strada viene ideata, progettata e costruita nel giro di molti anni, e in genere la si paga con mutui di durata trentennale. Ne consegue che chi la utilizzerà di più e concorrerà maggiormente a pagarla sono i giovani di oggi. Noi siamo i diretti interessati più di chiunque altro. Cambiando prospettiva, si intuisce il ruolo che, secondo me, dovrebbe sposare la giovanile che vorrei, parte attiva e centrale della vita politica.
Inoltre è con la fantasia, la correttezza, la vivacità e la freschezza di noi giovani che è possibile un cambiamento reale e immediato della società in cui viviamo.
Un altro aspetto molto importante dovrebbe essere l’assoluta autonomia da ogni interferenza dall’alto, dagli adulti, da chi cercherà di far entrare il movimento in qualche corrente, coinvolgendolo in lotte di potere che non ci appartengono.
Queste poche righe, scritte di fretta (“come al solito” penserà chi mi conosce), sono solo un abbozzo e devono servire come spunto di riflessione. Spetta a tutti voi adesso, contribuire a definire la direzione che vogliamo prenda il nostro gruppo.
Luigi

giovedì 6 marzo 2008

L'inizio

Cos’è un “blog”? Credo sia un luogo dove raccogliere i propri pensieri, ricordi, opinioni, iniziative, e commentarli con amici e chiunque altro voglia; argomenti personali e di attualità, storie vere o inventate, insomma qualunque cosa valga la pena di condividere e approfondire con il prossimo.

Perchè un blog: le serate con amici o le riunioni politiche, possono tutte essere spunto per costruttive chiacchierate e scambio di idee, ma il blog "virtuale" offre almeno due possibilità in più degli incontri "reali", e cioè permettere il contributo di chiunque voglia (in qualunque parte del mondo si trovi e nel momento che ritiene opportuno) e conservare una memoria di ciò cui si credeva, di quanto si è vissuto e detto; inoltre credo di vivere in una società sempre più chiassosa, dove i luoghi di ritrovo dei giovani (come i pub) o i programmi televisivi mostrano sempre più un rumore di fondo costante e senza contenuti; forse il blog può consentire una conversazione più pulita e razionale.

Perché questo blog: questa iniziativa parte da un gruppo di amici e di giovani aquilani interessati alla politica e alla nuova esperienza del Partito Democratico, volenterosi di dare il proprio contributo alla crescita civile della nostra società; la politica è sotto accusa, il malcontento cresce continuamente, la puzza si fa sempre più pesante, ma limitandosi a criticare e delegando sempre, si finisce responsabili del degrado che viviamo al pari di chi ci governa, che almeno ci prova; chiunque voglia muoversi attivamente per migliorare la nostra comunità, al di là dei bla bla bla sterili, è benvenuto; ci servono idee, fantasia, sforzi e lotte per assolvere la missione che ci proponiamo; se poi questo progetto si rivelerà un fallimento per scarsa partecipazione, vorrà dire che forse non ci meritiamo un posto migliore dove vivere, forse quello che vediamo in fondo rispecchia noi stessi.

Interagire con il blog: per chi di voi sia nuovo all’utilizzo di uno strumento del genere, non preoccupatevi: usare questa pagina web è semplicissimo! Potete interagire in due modi:

  • commentando un articolo (“post”) ciccando su “commenti” alla fine di ogni scritto; se non avete voglia di registrarvi potete impostare il commento su “anonimo;
  • pubblicando voi stessi un articolo: basta spedirmelo all’indirizzo: ranieri.luigi@gmail.com , e lo caricherò il prima possibile.

Alcune regole:

  • se inserite un commento con l'opzione "anonimo", dovete firmarvi alla fine del vostro contributo: l’anonimato è viltà;
  • inserite sempre i commenti nel post più adatto: per esempio non inserite l'idea che voi avete del nostro movimento nel post "l'inizio", ma nel post "L'idea di giovanile";
  • se la vostra riflessione è aliena a tutti i post presenti, speditemela per email e diventerà un post essa stessa creando nuovi spunti di riflessione;
  • non proponete nuovi post se nel blog ne compare già uno simile, ma inserite le vostre idee come commento all'articolo già presente.

Importante: ognuno deve scrivere in assoluta libertà, senza timori, ed è responsabile di quello che scrive; ogni commento o post riflette il solo il pensiero del suo autore; la posizione del gruppo, invece, sarà sancita nelle apposite riunioni.

Esempi pratici di utilizzo del blog: oltre che diventare un luogo di discussione, questa pagina web potrebbe aiutarci, ad esempio, per decidere democraticamente quando fissare i nostri incontri periodici, stabilendo il giorno e l’orario che vada bene alla maggior parte delle persone; inoltre si potrebbe decidere e pubblicare qui l’ordine del giorno, in modo che chiunque sappia di cosa si parlerà durante le riunioni; nel prossimo articolo troverete un esempio di post.

Aspirazioni: spero che questo blog possa coinvolgere quanto più possibile, proponendo temi interessanti ma anche argomenti giovanili e, perchè no, mondani; ringrazio anticipatamente chiunque contribuirà a questo progetto.

Luigi