lunedì 12 maggio 2008

Il bello e la bestia

L’affabile cortesia di Fabio Fazio ha fatto danni: Marco Travaglio, intervistato durante "Che tempo che fa", ha parlato di rapporti del nostro nuovo Presidente del Senato Schifani con persone condannate per mafia. Il risultato è stato un putiferio e, come al solito, tutta la classe politica, PD incluso, ha criticato il giornalista, adducendo la discutibile argomentazione che la libertà di espressione non può essere una scusa per offendere qualcuno senza che questi abbia opportunità di contraddittorio. Magari mi sbaglio, ma credo la libertà di espressione sia più importante della paura di offendere qualcuno. Ognuno può dire quello che vuole, ma se danneggia la dignità di una persona dicendo il falso, la presunta vittima può denunciare l’accaduto. Credo debba funzionare cosi, e non è giusto minacciare consigli di amministrazione Rai che possano intimorire i conduttori televisivi in modo da creare un’autocensura a priori. SE Travaglio ha screditato Schifani senza motivo, che sia oggetto di querela da parte di Schifani. MA se Schifani fa intervenire i vertici Rai e i suoi amici politici, che all’unanimità (solo Di Pietro si è schierato con Travaglio) si scagliano contro il giornalista, e SE Schifani non denuncia Travaglio, cosa dovrei pensare?
La giustizia la fanno i tribunali, non le dichiarazioni rilasciate alla televisione, e anche se 1-2-3-4-5-10-100 politici rilasciano la stessa intervista, il succo non cambia, la giustizia la fanno i tribunali: Schifani querelasse per calunnia Travaglio altrimenti faccia silenzio, lui e tutto il suo fascio.

3 commenti:

marco signori ha detto...

Che tristezza, Italia!
Che tristezza, Partito Democratico e che tristezza Anna Finocchiaro (che dovrebbe essere più sensibile d'altri su certi temi).
Spiace ma ogni giorno si trovano meno stimoli e motivi per fare ed occuparsi di politica. Soprattutto se, come in questa vicenda..."sono tutti uguali"!!

Luigi ha detto...

Già che c'è, Schifani potrebbe querelare anche El Pais, il quotidiano spagnolo più letto, che ha scritto: "Schifani è stato associato dalla stampa italiana con la criminalità organizzata siciliana dato che negli anni ottanta fu socio in una compagnia nella quale figuravano Nino Mandalà, boss del clan mafioso di Villabate, e Benny d’Agostino, imprenditore legato allo storico dirigente di Cosa Nostra, Michele Greco”.

Anonimo ha detto...

Marco Travaglio è stato coraggioso a citare qualcosa sulla biografia di Schifani scatenando un sacco di polemiche bipartisan!!! vorrei sapere perché tv e giornali italiani si sono dimenticati di raccontare la biografia di Schifani. Sapere e nello stesso tempo decidere di non sapere è un atto scorretto. E’ censura. Qualcuno ha deciso che il lettore non doveva sapere fatti accertati e già riconosciuti dagli stessi interessati. E raccontati in due libri (I complici e Se li conosci li eviti). Fiumi di parole su Schifani, ma nessun riferimento ai suoi trascorsi. Perché? Le verità in tv e sui giornali fanno fatica a farsi largo perché mediate da interessi, convenienze, opportunità. Le verità sono pericolose e vanno “trattate”.

Non aggiungo altro!!!!!!!

Pippo